Chiesa di San Sisto
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RLR53
意大利比萨4,301 条分享
2022年5月 • 夫妻情侣
Ci vogliono buone ginocchia per salire le scale di accesso alla chiesa e le altre scale di accesso all’altare.
Si resta sorpresi di vedere queste ulteriori scale all’interno e mi chiedo come si concilia questa separazione fisica con il concilio del Vaticano II
Si resta sorpresi di vedere queste ulteriori scale all’interno e mi chiedo come si concilia questa separazione fisica con il concilio del Vaticano II
撰写日期:2022年6月10日
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GufoIngordo
意大利塔尔奎尼亚175 条分享
2021年9月
Come motle chiese di Viterbo, anche questa è un gioiello in stile prettamente romanico, con alcune influenze gotiche. E' situata in un punto molto comodo per visite.
撰写日期:2021年9月27日
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hifulvio
意大利罗马2,410 条分享
2020年9月
Di questa chiesa, detta anche di Porta Romana, si hanno notizie sin dall'undicesimo secolo.
Nei tempi e negli anni ha subito svariate modifiche e, una lampada votiva e
alcuni elementi marmorei con dedica ai caduti testimoniano le ristrutturazioni del dopoguerra.
La facciata, rifatta dopo i bombardamenti subiti, presenta un oculus per finestra ed un portale del 16esimo secolo.
L'interno ha 3 arcate divise da una decina di colonne in stile corinzio ed altre con volute ioniche.
Degna di nota e di attenzione la quinta colonna perché formata da 4 colonne minori disposte a spirale.
Nei tempi e negli anni ha subito svariate modifiche e, una lampada votiva e
alcuni elementi marmorei con dedica ai caduti testimoniano le ristrutturazioni del dopoguerra.
La facciata, rifatta dopo i bombardamenti subiti, presenta un oculus per finestra ed un portale del 16esimo secolo.
L'interno ha 3 arcate divise da una decina di colonne in stile corinzio ed altre con volute ioniche.
Degna di nota e di attenzione la quinta colonna perché formata da 4 colonne minori disposte a spirale.
撰写日期:2021年1月3日
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M-Faro80
意大利Paola4,125 条分享
2020年8月 • 夫妻情侣
Bella chiesa affacciata appena dopo l'accesso dalla Porta Romana e da cui inizia il centro storico. Semplice esternamente decisamente affascinante l'interno che emana sacralità.
撰写日期:2020年8月27日
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Attivol
意大利罗马14,256 条分享
2019年11月
La chiesa ha una facciata abbastanza semplice, in pietra, ed ha due celle campanarie diverse fra loro: la più grande, di datazione incerta, è compresa nella cinta muraria, mentre la più piccola risale al periodo longobardo.
L’interno è suddiviso in tre navate; particolari la scalinata che porta all'altare maggiore, il crocifisso nell'abside ed il fonte battesimale, ricavato da un pozzetto proveniente da qualche villa romana della zona.
L’interno è suddiviso in tre navate; particolari la scalinata che porta all'altare maggiore, il crocifisso nell'abside ed il fonte battesimale, ricavato da un pozzetto proveniente da qualche villa romana della zona.
撰写日期:2019年12月11日
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mic54m
意大利福贾1,263 条分享
2019年11月
Sorta nel IX secolo, ma rimaneggiata più volte e poi ricostruita nelle originali forme romaniche dopo l’ultimo conflitto. Assai originale è la presenza di due torri campanarie: la prima, appartenente alla costruzione più antica, è bassa, spunta appena dalla chiesa con due aeree loggete angolari, la seconda, del XII secolo, ingloba una delle torri di difesa delle mura.
撰写日期:2019年12月6日
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AlNo41
意大利罗马70 条分享
2019年8月
Chiese e cattedrali sono fra i monumenti più caratteristici dello stile Romanico. La Città dei Papi ne conserva alcuni dei migliori esempi.
A Viterbo oltre a luogo di culto erano anche lo spazio prezioso in cui si potevano radunare le comunità per trattare questioni d’interesse generale locale.
Le chiese in stile “viterbese” erano realizzate quasi esclusivamente con il peperino, la grigia e resistente pietra locale. Altra caratteristica, i numerosi richiami all’arte paleocristiana e longobarda, ben conosciute dagli architetti e dalle maestranze locali.
Epoca in cui il potere temporale non era sempre accettato supinamente dal “bellicoso” popolo viterbese. Soprattutto nel periodo in cui la città stava attraversando una fase di espansione e forte sviluppo socio-economico. Al punto che la popolazione superava, seppure di poco, quella di Roma.
** Significativo esempio di chiesa romanica viterbese é quella dedicata a “S. Sisto”.
Le prime notizie sull’esistenza di una chiesetta nell’area risalgono al IX secolo quando, all’indomani delle invasioni barbariche, risultava all’interno di un villaggio chiamato Vico Quinzano.
La prima notizia storicamente documentata risale al 1068, quando il vescovo di Tuscania Gisilberto “conferma” alla chiesa i privilegi già concessi…nel 1037. ° Altre testimonianze storiche dimostrano che inizialmente la chiesa era intitolata a S. Marco Evangelista.
Solo successivamente viene dedicata a San Sisto, in ricordo del Papa Sisto II, venerato da santo.
La chiesetta era nata utilizzando un modesto edificio, realizzato durante la costruzione delle mura cittadine.
° Dal XII secolo diventa un polo religioso ed economico di fondamentale importanza. Sotto il pontificato di Pasquale II viene “promossa” Parrocchia, poi Collegiata.
° Nel 1133, quando Viterbo non è ancora assurta - per successiva volontà di Federico Barbarossa - alla dignità di città, il papa Innocenzo II concede a S. Sisto numerosi privilegi. Tra i quali la possibilità di appellarsi direttamente alla sede apostolica di Roma contro chiunque tenti di chiederle un qualsiasi gravame. I papi successivi, Eugenio III ed Adriano IV, concedono a loro volta altri benefici esclusivi. Per cui prestigio e peso economico della chiesa non hanno uguali nella città. Le vengono assegnati anche numerosi terreni in proprietà fuori del territorio viterbese.
Per ospitare meglio il crescente numero di importanti personalità politiche e religiose di passaggio a Viterbo, vicino alla chiesa viene realizzato un albergo riservato per loro.
° La semplice e sobria facciata è stata in gran parte fedelmente ricostruita dopo i bombardamenti dell’ultima guerra mondiale, che avevano causato numerosi danni all’intera struttura.
Ha la forma tripartita con un “oculo” (senza rosone) in asse con l’unico portale. Vi si possono cogliere alcuni dei caratteri distintivi dello stile lombardo.
° Esperti dell’arte e della storia viterbese affermano che S. Sisto può vantare almeno due primati. Positivo il primo: é una delle chiese più antiche della città. L’altro, purtroppo, meno esaltante: ha subìto, attraverso i secoli, numerose modifiche; che ne hanno reso difficile il riordino della complessa vicenda architettonica.
Alcune risalgono agli inizi del XIII secolo con il prolungamento delle navate e la realizzazione del coro. Il cui stile contrasta purtroppo con la semplicità dell’interno.
L’ultimo rifacimento risale, come si é accennato, agli anni Cinquanta, dopo i violenti bombardamenti alleati del maggio 1944.
L’attento restauro ha restituito, anche all’interno, la primitiva linearità e sobrietà dell’opera.
° La chiesa é a ridosso delle mura cittadine, affiancata da due celle campanarie diverse fra loro:
- la più grande, di data incerta. Inserita nelle mura cittadine é stata eretta come torrione di difesa. Successivamente viene trasformata in campanile;
- la più piccola risale all’XI secolo. Termina con un piano inclinato. Tre spesse cornici orizzontali in peperino la suddividono in quattro sezioni. Nella terza sono inserite sui quattro lati altrettante trifore con gli archetti sostenuti da capitelli. Uno di questi, sul lato sud, ha l’originale forma antropomorfa.
° Classica l’impostazione basilicale romanica: a tre navate, separate da dieci colonne, alcune con capitelli corinzi; altre integrate con volute ioniche e con gruppi circolari di foglie. Originale la quinta colonna, formata da quattro colonnine intrecciate a spirale.
° Nella seconda metà del Duecento é stata aggiunta una quarta navata, successivamente cancellata. In parte ancora riconoscibile nello spazio occupato dal cortile recintato.
° L’interno della chiesa sorprende al primo impatto per l’apparente scenario disarmonico. Subito dopo si é vinti dall’atmosfera coinvolgente: colpisce e commuove la semplicità…“francescana”.
° L’abside centrale - semicircolare ed inglobata nella cinta muraria - contiene l’altare maggiore. Si compone di frammenti di sculture, che risalgono fra il IV ed il V secolo. Qualche elemento richiama lo stile longobardo.
° Sulla parete nord alcuni dei capitelli pensili sono decorati con il giglio araldico dei Farnese. Testimoniano che i lavori di copertura con volte a crociera erano stati ordinati da Alessandro Farnese. Quando il futuro papa Paolo III era l’arciprete della Collegiata.
° Le basi d’appoggio delle colonne, pur nel rispetto del modello classico, sono notevolmente diverse. I capitelli sono un “aggiornamento” di stile medievale del modello corinzio. Confermano le capacità delle maestranze viterbesi, sensibili alle novità gotiche importate dai monaci cistercensi. Aggiornano le tecniche professionali e le adeguano agli stili, che ritengono emergenti. Le innovazioni si evidenziano anche nelle due tribune - una di peperino, l’altra di marmo - chiuse ai tre lati da un parapetto; ed aperte sulla scala nel quarto lato.
Nelle chiese paleocristiane e romaniche normalmente c’erano due tribune (amboni). Poste ai lati dell’altare, erano utilizzate per la lettura dei testi sacri: del diacono con l’Epistola in quello più piccolo, di destra; del sacerdote con il Vangelo in quello di sinistra.
° Nella navata di sinistra due tabernacoli: uno di marmo risale al XV secolo, l’altro di stile gotico, al XVI.
° A destra dell’ingresso un’ara di epoca romana imperiale con preziosi bassorilievi, che rappresentano tralci e baccanti. In passato era stata utilizzata come fonte battesimale.
° Una pala dipinta conserva all’interno l’immagine della Madonna in trono col Bambino ed i Santi Lorenzo, Felicissima, Sisto, Giovanni Battista, Nicola e Gregorio.
L’opera - commissionata nel 1457 da Francesco Gennari, arciprete di S. Sisto - é del fiorentino Neri di Bicci. Ultimo esponente di una famosa famiglia di pittori particolarmente attiva a Firenze dal Trecento al Quattrocento. Particolare tecnica cromatica del Neri l'utilizzo di colori con vivide tonalità, Che riescono a produrre forza e preziosità alle sue opere. ° In fondo alla navata sinistra è incastonato nel muro un pregevole tabernacolo dell’Olio Santo, realizzato nel Quattrocento.
° Da qui si accede all’antica cripta con tracce di affreschi di varie epoche. ° Secondo un’antica tradizione, che si ripete ogni anno, la sera del 3 settembre la chiesa accoglie i “facchini” di Santa Rosa per la benedizione “in articulo mortis” (estrema unzione), prima del trasporto della “Macchina di Santa Rosa”.
La “Torre che cammina”, alta oltre venticinque metri, viene assemblata qualche giorno prima. Appoggiata all’interno delle mura, a sinistra di Porta Romana, é protetta da una serie di tralicci metallici.
Da qui prende l’avvio alle 21,00 precise. Portata a spalla da un centinaio di “facchini” vestiti di bianco con “fascia alla cinta” e “ciuffo”(originale berretto) rosso, inizia il suo tradizionale percorso per le vie del centro storico. Tutte al buio, sono illuminate soltanto dalle luci della Macchina.
Il percorso si conclude con una suggestiva corsa in salita ripida sulla strada che porta alla chiesa della giovanissima Santa. Il suo corpo é conservato in una teca di cristallo sotto l’altare.
La “Macchina”, appoggiata su cavalletti nel piazzale laterale a fianco della chiesa, rimane per alcuni giorni a disposizione dei numerosi cittadini e turisti, che ne possono apprezzare anche di giorno l’effettiva, sorprendente altezza ed i particolari delle originali fattezze.
Santa Rosa é la patrona di Viterbo, la Città dei Papi.
A Viterbo oltre a luogo di culto erano anche lo spazio prezioso in cui si potevano radunare le comunità per trattare questioni d’interesse generale locale.
Le chiese in stile “viterbese” erano realizzate quasi esclusivamente con il peperino, la grigia e resistente pietra locale. Altra caratteristica, i numerosi richiami all’arte paleocristiana e longobarda, ben conosciute dagli architetti e dalle maestranze locali.
Epoca in cui il potere temporale non era sempre accettato supinamente dal “bellicoso” popolo viterbese. Soprattutto nel periodo in cui la città stava attraversando una fase di espansione e forte sviluppo socio-economico. Al punto che la popolazione superava, seppure di poco, quella di Roma.
** Significativo esempio di chiesa romanica viterbese é quella dedicata a “S. Sisto”.
Le prime notizie sull’esistenza di una chiesetta nell’area risalgono al IX secolo quando, all’indomani delle invasioni barbariche, risultava all’interno di un villaggio chiamato Vico Quinzano.
La prima notizia storicamente documentata risale al 1068, quando il vescovo di Tuscania Gisilberto “conferma” alla chiesa i privilegi già concessi…nel 1037. ° Altre testimonianze storiche dimostrano che inizialmente la chiesa era intitolata a S. Marco Evangelista.
Solo successivamente viene dedicata a San Sisto, in ricordo del Papa Sisto II, venerato da santo.
La chiesetta era nata utilizzando un modesto edificio, realizzato durante la costruzione delle mura cittadine.
° Dal XII secolo diventa un polo religioso ed economico di fondamentale importanza. Sotto il pontificato di Pasquale II viene “promossa” Parrocchia, poi Collegiata.
° Nel 1133, quando Viterbo non è ancora assurta - per successiva volontà di Federico Barbarossa - alla dignità di città, il papa Innocenzo II concede a S. Sisto numerosi privilegi. Tra i quali la possibilità di appellarsi direttamente alla sede apostolica di Roma contro chiunque tenti di chiederle un qualsiasi gravame. I papi successivi, Eugenio III ed Adriano IV, concedono a loro volta altri benefici esclusivi. Per cui prestigio e peso economico della chiesa non hanno uguali nella città. Le vengono assegnati anche numerosi terreni in proprietà fuori del territorio viterbese.
Per ospitare meglio il crescente numero di importanti personalità politiche e religiose di passaggio a Viterbo, vicino alla chiesa viene realizzato un albergo riservato per loro.
° La semplice e sobria facciata è stata in gran parte fedelmente ricostruita dopo i bombardamenti dell’ultima guerra mondiale, che avevano causato numerosi danni all’intera struttura.
Ha la forma tripartita con un “oculo” (senza rosone) in asse con l’unico portale. Vi si possono cogliere alcuni dei caratteri distintivi dello stile lombardo.
° Esperti dell’arte e della storia viterbese affermano che S. Sisto può vantare almeno due primati. Positivo il primo: é una delle chiese più antiche della città. L’altro, purtroppo, meno esaltante: ha subìto, attraverso i secoli, numerose modifiche; che ne hanno reso difficile il riordino della complessa vicenda architettonica.
Alcune risalgono agli inizi del XIII secolo con il prolungamento delle navate e la realizzazione del coro. Il cui stile contrasta purtroppo con la semplicità dell’interno.
L’ultimo rifacimento risale, come si é accennato, agli anni Cinquanta, dopo i violenti bombardamenti alleati del maggio 1944.
L’attento restauro ha restituito, anche all’interno, la primitiva linearità e sobrietà dell’opera.
° La chiesa é a ridosso delle mura cittadine, affiancata da due celle campanarie diverse fra loro:
- la più grande, di data incerta. Inserita nelle mura cittadine é stata eretta come torrione di difesa. Successivamente viene trasformata in campanile;
- la più piccola risale all’XI secolo. Termina con un piano inclinato. Tre spesse cornici orizzontali in peperino la suddividono in quattro sezioni. Nella terza sono inserite sui quattro lati altrettante trifore con gli archetti sostenuti da capitelli. Uno di questi, sul lato sud, ha l’originale forma antropomorfa.
° Classica l’impostazione basilicale romanica: a tre navate, separate da dieci colonne, alcune con capitelli corinzi; altre integrate con volute ioniche e con gruppi circolari di foglie. Originale la quinta colonna, formata da quattro colonnine intrecciate a spirale.
° Nella seconda metà del Duecento é stata aggiunta una quarta navata, successivamente cancellata. In parte ancora riconoscibile nello spazio occupato dal cortile recintato.
° L’interno della chiesa sorprende al primo impatto per l’apparente scenario disarmonico. Subito dopo si é vinti dall’atmosfera coinvolgente: colpisce e commuove la semplicità…“francescana”.
° L’abside centrale - semicircolare ed inglobata nella cinta muraria - contiene l’altare maggiore. Si compone di frammenti di sculture, che risalgono fra il IV ed il V secolo. Qualche elemento richiama lo stile longobardo.
° Sulla parete nord alcuni dei capitelli pensili sono decorati con il giglio araldico dei Farnese. Testimoniano che i lavori di copertura con volte a crociera erano stati ordinati da Alessandro Farnese. Quando il futuro papa Paolo III era l’arciprete della Collegiata.
° Le basi d’appoggio delle colonne, pur nel rispetto del modello classico, sono notevolmente diverse. I capitelli sono un “aggiornamento” di stile medievale del modello corinzio. Confermano le capacità delle maestranze viterbesi, sensibili alle novità gotiche importate dai monaci cistercensi. Aggiornano le tecniche professionali e le adeguano agli stili, che ritengono emergenti. Le innovazioni si evidenziano anche nelle due tribune - una di peperino, l’altra di marmo - chiuse ai tre lati da un parapetto; ed aperte sulla scala nel quarto lato.
Nelle chiese paleocristiane e romaniche normalmente c’erano due tribune (amboni). Poste ai lati dell’altare, erano utilizzate per la lettura dei testi sacri: del diacono con l’Epistola in quello più piccolo, di destra; del sacerdote con il Vangelo in quello di sinistra.
° Nella navata di sinistra due tabernacoli: uno di marmo risale al XV secolo, l’altro di stile gotico, al XVI.
° A destra dell’ingresso un’ara di epoca romana imperiale con preziosi bassorilievi, che rappresentano tralci e baccanti. In passato era stata utilizzata come fonte battesimale.
° Una pala dipinta conserva all’interno l’immagine della Madonna in trono col Bambino ed i Santi Lorenzo, Felicissima, Sisto, Giovanni Battista, Nicola e Gregorio.
L’opera - commissionata nel 1457 da Francesco Gennari, arciprete di S. Sisto - é del fiorentino Neri di Bicci. Ultimo esponente di una famosa famiglia di pittori particolarmente attiva a Firenze dal Trecento al Quattrocento. Particolare tecnica cromatica del Neri l'utilizzo di colori con vivide tonalità, Che riescono a produrre forza e preziosità alle sue opere. ° In fondo alla navata sinistra è incastonato nel muro un pregevole tabernacolo dell’Olio Santo, realizzato nel Quattrocento.
° Da qui si accede all’antica cripta con tracce di affreschi di varie epoche. ° Secondo un’antica tradizione, che si ripete ogni anno, la sera del 3 settembre la chiesa accoglie i “facchini” di Santa Rosa per la benedizione “in articulo mortis” (estrema unzione), prima del trasporto della “Macchina di Santa Rosa”.
La “Torre che cammina”, alta oltre venticinque metri, viene assemblata qualche giorno prima. Appoggiata all’interno delle mura, a sinistra di Porta Romana, é protetta da una serie di tralicci metallici.
Da qui prende l’avvio alle 21,00 precise. Portata a spalla da un centinaio di “facchini” vestiti di bianco con “fascia alla cinta” e “ciuffo”(originale berretto) rosso, inizia il suo tradizionale percorso per le vie del centro storico. Tutte al buio, sono illuminate soltanto dalle luci della Macchina.
Il percorso si conclude con una suggestiva corsa in salita ripida sulla strada che porta alla chiesa della giovanissima Santa. Il suo corpo é conservato in una teca di cristallo sotto l’altare.
La “Macchina”, appoggiata su cavalletti nel piazzale laterale a fianco della chiesa, rimane per alcuni giorni a disposizione dei numerosi cittadini e turisti, che ne possono apprezzare anche di giorno l’effettiva, sorprendente altezza ed i particolari delle originali fattezze.
Santa Rosa é la patrona di Viterbo, la Città dei Papi.
撰写日期:2019年8月28日
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Aurelia Pop
意大利罗马38 条分享
2019年1月 • 独自旅游
credo sia la più bella chiesa medievale , ha un fascino a parte con le scale davanti a altare e una pace dentro misteriosa , proprio fantastica
撰写日期:2019年1月10日
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Pier Luigi B
意大利Guidonia Montecelio155 条分享
2018年10月 • 好友
La particolare architettura di questa chiesa, edificata sopra un tempio pagano, colpisce perchè insolita. L'altare maggiore è posto nell'abside, sulla cima di una grande scalinata che ne esalta l'aspetto imponente.
撰写日期:2018年10月20日
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88monique
意大利米兰4,773 条分享
2018年9月 • 夫妻情侣
È una delle più antiche chiese di Viterbo. La sua prima menzione risale infatti al 1068. Nel corso dei secoli acquisirà sempre più importanza divenendo prima parrocchia e poi colleggiata. Si distinse inoltre per la presenza di un fonte battesimale che consentiva ai sacerdoti di amministrare questo sacramento, diritto attribuito a poche chiese della città. Più volte ricostruita nel corso dei secoli , subì il definitivo restauro nel dopoguerra con il ripristino delle primitive strutture. In questa chiesa i facchini di Santa Rosa ricevono la benedizione in articulo mortis , prima di iniziare il trasporto della macchina, da qui parte , la sera del 3 Settembre, il percorso che si dipana tra le vie della città, portando la macchina fino al santuario dedicato a Rosa. Da notare all' esterno il romanico campanile e l' abside parte integrante delle mura cittadine. All' interno, da osservare l' altare maggiore composto da frammenti di sculture dell' impero romano, due bei pulpiti, un tabernacolo per la conservazione dell'olio santo del XV secolo e una pala di Neri di Bicci del 1457 raffigurante la Madonna con Bambino e Santi.
撰写日期:2018年9月16日
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Simonetta C
3 条分享
Ora sono in Sicilia...devo fare la madrina della Cresima il 17 0ttobre a mia nipote ad Ostia.Mi è stato richiesto il certificato di idoneità religiosa che mi dicono venga rilasciato dal Parroco della Parrocchia di residenza. Io abito in via della Bontà 69 Viterbo.
Cosa devo fare?
Gian R
乔治亚Suches46 条分享
I have gone to Viterbo several times specifically to visit this church and I have found it always closed, as mentioned in a couple of reviews. Does anybody know when the church is open or if there is a phone number available to get information about its hours?
Sono andato a Viterbo varie volte con lo scopo di visitare questa chiesa ma l’ho sempre trovata chiusa. Per caso qualcuno conosce gli orari di apertura o ha un numero di telefono di chi è incaricato della chiesa?
Molte grazie. Thank you very much,
Gian
Chiesa di San Sisto (维泰博) - 旅游景点点评 - Tripadvisor
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